Il suo mondo wordpress è come questo post che mi ha offerto. Un affastellamento di emozioni diverse, di pensieri contrastanti. La sua è una storia, ma è molte storie, come i suoi pensieri che si rincorrono nei post che scrive e che trovano spazi nuovi in quel suo modo di raccontarsi e raccontare. Se il lettore vuole seguire delle logiche, non le troverà certamente. Se qualcuno vuole seguire un disegno ordinato, certamente non è questo il blog ideale nel quale “rifugiarsi”. Qui bisogna avere coraggio. Il coraggio di tuffarsi in una tempesta. In un mondo emozionale in perpetuo movimento, che si alza e si abbassa con la stessa forza di un mare. Tutto richiama tutto, perchè tutto parte dalla vita di una persona, dalle sue sensazioni ed emozioni. Ma niente è come dovrebbe essere. Per lo stesso motivo.
Ecco perciò il suo blog:https://lamelasbacata.wordpress.com/ e grazie per la tua originalità nel descriverti e nel descrivere quello che vivi!
Andare in Loop
- (inform.) insieme di istruzioni che, all’interno di un programma, viene ripetuto ciclicamente fino al conseguimento del risultato voluto
- (mus.) nella tecnica di registrazione, ripetizione di un campione audio; funzione di apparecchi per la riproduzione del suono, lettori Mp3 ecc. che permette di ripetere automaticamente un brano o una serie di brani
- (aer.) acrobazia che consiste nel percorrere una traiettoria ad anello
- (sport) figura obbligatoria del pattinaggio artistico, che consiste in un salto scivolato eseguito dando la spinta con la gamba destra e atterrando sulla sinistra dopo aver effettuato una rotazione
Mi capita sovente di andare in loop con la testa.
E’ una sensazione così difficile da spiegare che ho dovuto cercare le corrette definizioni, prima di riuscire dare forma alle mie sensazioni.
Ho immaginato la scia dei miei pensieri che volteggiano eleganti come lucciole, descrivendo un perfetto anello, roteando senza gravità, a dispetto delle leggi della fisica.
Mi innamoro follemente, il più delle volte di una canzone, di un libro o di una poesia, e mi prende una frenesia ostinata di conoscere tutto di quel musicista o di quell’autore.
Ascolto ossessivamente le canzoni, alcune le imparo a memoria -intanto tengo in allenamento il cervello, che alla mia età non si sa mai- e canto, felice quando azzecco una nota alta o entro a tempo con la musica.
Se leggo un libro che mi affascina cerco di procurarmi tutti gli altri scritti dello stesso autore, ci sprofondo dentro per settimane o mesi, fino a conoscerlo a menadito, ubriacandomi della sua visione del mondo, delle poesie, delle frasi che a poco a poco diventano in parte anche mie.
E’ come se volessi chiudere il cerchio, non mi basta sfiorare la superficie, devo immergermi e sforzarmi di capire, benchè la mia visione d’insieme non possa che essere parziale e soggettiva.
Alla frenesia iniziale subentra un senso di appagamento, il carrello dei pensieri ritorna lentamente nel punto più basso del loop ed assaporo un senso di compiutezza soddisfatta, quasi un hangover per la sbornia di parole appena fatta.
In questi giorni sono in loop per questa poesia che mi ha messo al tappeto con la sua potenza evocativa e la disperata quiete dei suoi versi.
Un amore che finisce, qualcuno da rimpiangere e desiderare, possono trasformarsi in un loop molto potente; non ci si libera facilmente di ricordi che continuano a tornare, a presentarsi ossessivi alla porta del cuore; “quando ti penserò, penserò un pensiero che oscuramente cerca di ricordarsi di te” in questo girotondo di parole io leggo tutta la disperata impotenza di chi cerca di strapparsi l’altro dalla testa, negando la sua presenza nei gesti più semplici e quotidiani.
Trascrivendola qui ne faccio dono a me stessa e a voi e spero che la amerete come merita.
Il Futuro – Julio Cortazar
E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada,
non nel mormorio che sgorga di notte
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il “tutto completo” delle sotterranee,
nei libri prestati e nell’arrivederci a domani.
Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
nè ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci,
all’angolo della strada mi fermerò,
a quell’angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.
