La bellezza dell’imperfezione

Lo sconsiderato desiderio di ordine conduce l’uomo verso percorsi ossessivi di perfezione. La società dei perfetti è da sempre l’incubo accarezzato che abita i nefasti onanismi degli imperfetti. I mediocri hanno fatto di tale ossessione la via. Ma se per ipotesi la perfezione avesse scelto di essere imperfezione assoluta assumendo la via del limite assoluto (che è poi la morte), se così fosse, da quel momento l’imperfezione sarebbe dignità, da quel momento la perfezione sarebbe il peccato.

Il santo in fondo non è il perfetto. Se esiste è il salvato, perché il perfetto non ha bisogno di nulla che di se stesso. Ed in se stesso muore e si accartoccia. La santità invece, prelude e contiene la relazione.

La fotografia esprime spesso questo desiderio ossessivo di perfezione. Esplicita l’ossessione della creazione di un mondo che in realtà non esiste, come non esiste la prospettiva perfetta se non nel contesto della matematica e della geometria infinitamente distanti dall’uomo e dal suo vissuto imperfetto.

Le prossime foto saranno imperfette in una città apparentemente perfetta. Perché sono un adoratore dell’imperfezione. Quando essa è sensata.

38 pensieri su “La bellezza dell’imperfezione

  1. Non amo la perfezione e condivido l’imperfezione…è più spontanea ed è la vera espressione della creatività….ottimo scatto ( Piazza San Marco Venezia e il suo campanile) visto in prospettiva tale da nascondere la punta del campanile….Bravissimo. Complimenti

  2. Stai cominciando a parlare come un filosofo, quasi un predicatore. Io nella fotografia non ho mai cercato la perfezione, ma solo il mio punto di vista della realtà che mi circonda. Comunque tra perfezione e imperfezione scelgo la prima, la vita è già così imperfetta di suo, e io nei miei scritti cerco di uscirne, quindi sarò un onanista, forse, ma già lo sapevo di essere imperfetto.

  3. l’imperfezione rende qualsiasi cosa….una persona, un oggetto, una fotografia, unica….perché la caratterizza 🙂

  4. Non esiste la perfezione, la si può cercare in ogni maniera, avvicinarcisi, ma non si arriverà mai alla perfezione assoluta.
    Bene, allora ci godremo le tue “imperfezioni” 😀
    Ciao, Pat

  5. L’imperfezione è il vissuto di ogni giorno, è la diversità vista come normalità, è la deviazione sui percorsi di chi si sente uno e dio, l’imperfezione è originalità…potrei citarne tante.
    La perfezione non fa parte dell’uomo, come dici tu è geometria, è matematica, è la fotografia….ma se l’uomo sbaglia, se l’uomo cambia prospettiva, anche lì ci può essere l’imperfezione.
    Si dice che la perfezione è solo Dio…..l’uomo non potrà mai esserlo, dal giorno del primo peccato.

      • Potrebbe essere. Ma come possiamo saperlo?
        Forse proprio dall’imperfezione dell’uomo che è una delle creature più riuscite del Creatore?

      • Vedi Fulvia, l’imperfezione più assoluta è la morte con il carico di morti che conduce con se nello sfaldamento quotidiano. Ecco se Dio esistesse ed avesse voluto entrare nella morte, ecco egli sarebbe l’imperfezione assoluta, sarebbe la causa della divinizzazione dell’imperfezione…

      • Interessante…ma la morte è il congiungimento dell’anima con l’altra vita, forse è in questo la divinizzazione? Il viaggio terreno della morte come strumento è usato dall’uomo, quindi è l’imperfezione dell’uomo.
        Argomento difficile e delicato, ci vuole una buona preoarazione ad affrontarlo, io vado, come si suol dire, a braccio, sono le mie sensazioni, non ho studi in materia.

  6. Mi è piaciuto in particolar modo un tuo pensiero, riguardo al santo e all’importanza del rapporto di relazione. Noi non siamo nati perfetti, ognuno di noi può avere piccole imperfezioni, l’importante è esserne consapevoli 🙂
    Buona serata Kalosf.

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  9. Lo si deve a se stessi …………. cmq migliorarsi, pecatto che poui ci si dimentica (per fortuna) quel che si era …… dunque si rimani sempre e cmq Imperfetti, nel nostro fare quotidiano e bleffiamo dicendo che siamo perfetti.

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