La verità della pietra

Quando Gaudì costruisce una casa trasfonde in essa il suo significato esistenziale più profondo. Nonostante le manifestazioni architettoniche di questo architetto in Barcellona siano molte (ed alcune recentemente aperte al pubblico come Bellesguard), le mete del pellegrinaggio turistico qualunquista, sono certamente casa Batllò e la casa Milà, detta la Padrera. Si va, si guarda, si resta stupiti dei colori, magari delle forme e successivamente nella vita, non è cambiato niente. Magari i turisti più evoluti, con le loro audioguide cercano di comprendere di più, ma normalmente l’esperienza di visita a questi luoghi viene vissuta in quel mordi e fuggi tipicamente del turismo che in fondo lascia qualche foto e successivamente il nulla. Eppure le infinite possibilità di quest’architetto, di questo mistico (come si vedrà meglio quando mi soffermerò sulla Sagrada Familia) sono davvero infinite. Entrare in casa Batllò è sprofondare nell’azzurrità dell’acqua e della luce.

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Un’acqua possente, azzurrissima, nella quale immediatamente, all’ingresso, una forma di tartaruga ricorda che stiamo parlando di un’acqua eterna, particolare, che genera gorghi di luce e che si espande ad ogni gradino verso l’alto, verso la terrazza.

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Un’acqua che ha un collegamento strettissimo con la croce, che infilzando il nemico e le forme del male, produce una salvezza che riverbera nell’estrema fantasia dei colori che da quella croce, sgorgano sulla facciata in un tripudio di luminosità. Le soluzioni architettoniche ed abitative, geniali, dell’architetto Gaudì, vanno perciò a innestarsi nella sua visione mistica, che pur non essendo ancora giunta alla pienezza, si esplicita già nella vastità della luce che confondendosi con la struttura stessa, da infine la sensazione di trovarsi davvero immersi in un’acqua purissima e cristallina che deforma e ricrea ogni spazio.

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Casa Milà, la Pedrera, è invece conosciuta per il suo tetto, per la selva di camini che lo colmano, dalle forme antropomorfe.

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Eppure anche in essa si nasconde un altro significato spirituale. Se Casa Batllò immergeva in spazi battesimali, Casa Milà ci conduce sulla Santa Montagna, luogo mistico per eccellenza. La sua forma, la sua stabilità (che contrasta con la sua leggerezza architettonica, poichè la facciata, contrariamente a quanto accade normalmente, regge il suo peso da sola), la sua elevazione ed asprezza, la sua stessa densità strutturale, ci conduce direttamente sulle montagne sacre, sul Sinai o sul Carmelo. Sulla sommità della costruzione Gaudì avrebbe voluto porre una statua colossale della Madonna del Rosario (dal nome della moglie del committente) a sottolineare quasi il rapporto tra la santa montagna architettonica e  la santa montagna catalana, ossia Monserrat,  luogo meraviglioso e terribile, sul quale si estende l’ombra della Vergine. Le conformazioni rocciose di questo monte, infatti, appaiono molto vicine alla forma di alcuni camini. Ma non basta ancora, sempre questi camini sembrano a volte somigliare a figure di soldati.DSCF1722DSCF2034

Anche qui non è un caso, perchè proprio sulla santa montagna si combatte la vera lotta spirituale, si affrontano i demoni, le paure, i fantasmi. Casa Milà, per altro modernissima in molte sue trovate architettoniche, non è allora che l’immagine, nel pieno della città, del simbolismo della montagna sacra, di quel luogo di coraggio e di fermezza, addolcito dallo sguardo della Donna. E non è nemmeno un caso che Gaudì abbandonò il progetto nel momento stesso in cui il suo committente decise di non far porre sulla sommità della costruzione, l’immagine di Maria. Per quel nesso estremo tra architettura, vita e fede, il senso della creazione di Gaudì si sarebbe perso. Piuttosto che perderne il significato, l’architetto decise di abbandonare la sua opera. Ma ormai molto era stato fatto. E ciò che rimane è il segno tangibile, ancora una volta, della mistica incarnata del mistico Gaudì.

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28 pensieri su “La verità della pietra

  1. Ah ecco, mi mancava questo pezzo fondamentale, nel post su Barcellona! Giuro che volevo farlo notare ma mi sono trattenuto, in attesa di questa meravigliosa sorpresa. Ciao, Piero

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