Mentre il Padre era ancora nella città, giunse il primo custode. Poco si narra di lui. Si dice venisse dall’Occidente estremo. Ma il suo nome ed il suo operato sono ormai persi nell’oblio.
Poi il Padre finì la sua opera e venne chiamato in un altro Regno.
La città visse qualche anno di pace, fin quando 200 anni dopo, non giunse il secondo custode. La sua venuta è avvolta nella leggenda. Si racconta che egli abbia raggiunto la città in una notte invernale. In un dicembre freddo e gelato. Il suo arrivo non fu accompagnato da squilli di tromba. Entrò nella città nella notte. Silenziosamente. Il giorno dopo i cittadini lo trovarono seduto sulle scale del santuario. Il suo sguardo era limpido, ma il suo cuore in lotta. Tutti compresero che quell’uomo sarebbe stato una promessa ed una condanna per il Regno, ma nonostante ciò tutti percepivano l’importanza di quella presenza. Alle sue spalle vi era sempre come un ombra, come un fantasma fatto di polvere, che in alcuni giorni era più denso, in altri sembrava svanire. Non parlava molto, ma si curava del Regno con sollecitudine. Chi giungeva anche da lontano trovava accoglienza, ma andava via con un senso di freddo dentro il cuore. Il secondo custode resse il Regno per 70 anni. Poi in un giorno di gennaio, come era arrivato, disparve. Lacerò tutte le bandiere, distrusse le opere che aveva compiuto e svanì. Si racconta che avrebbe addirittura cercato di violare le porte del Santuario dello Splendore. Ma nessuno sa se questa vicenda sia vera o una pura invenzione. Di certo è che al suo svanire, di colpo, svanì anche il lago sul quale la città era costruita. Ed al suo posto, in una sola notte, si formò il deserto. Fu allora, in quegli anni terribili di arsura, che il popolo vide di nuovo il globo di luce. Esso valicò le porte del Santuario dello Splendore e si manifestò al popolo. Il suo apparire era come un gorgogliare. Apparve di notte ed i cittadini videro una luce provenire dal Santuario. Esso si fermò sopra la cuspide ed iniziò a scendere verso il basso, poggiandosi sul suolo. Fu allora che per la prima volta sentirono il rumore della Sorgente e videro dalla base del Santuario sgorgare un ruscello di acque limpidissime e fredde. Esse presero a scorrere lungo la città e ne raggiunsero il perimetro irrigando il deserto interno.
Testo molto bello. Complimenti.
Mi ricorda lo stile di Borges.
Ciao
Grazie Fariv… 🙂 E’ una storia che scrissi quasi due anni fa e di cui qui, in questo momento, pubblico solo il primo troncone… 🙂
Accipicchia, ma quanto scrivi ultimamente?? Sono in arretrato cronico ormai, sigh!!!
Ma recupero, stanne certo!
Ciao, Pat
Ciao Pat, a dire il vero questo racconto è molto vecchio, l’ho solo postato… 🙂 Ma serena tra due giorni si torna solo alle foto. Poi invece, per quel che riguarda Kalosf, quelle sono cose sue, nelle quali io c’entro davvero molto poco… Ma non credo che sarà molto impegnativo… Ciao mia cara!
Intenso e molto significativo questo tuo racconto …che effetto ti fa rispolverarlo dopo due anni questo scritto?. Buona serata bisous
E’ talmente “mio” che in realtà non mi fa nessun particolare effetto 🙂 L’ho un pò snellito e sistemato per le esigenze del blog, ma mi sembrava fosse il tempo di pubblicarlo 🙂
La tua mente…incredibile, ha ragione la mia Meli: ha troppo cervello! Capisce cose profonde.
Io sono fossilizata sulla cuspide e sull’acqua…
Grazie mia cara, eppure è così semplice… Questa è una storia che conosco molto bene… E dunque l’ho raccontata con estrema semplicità, anche se al momento resterà interrotta… Nel senso che questo è solo il primo troncone della narrazione… Il resto verrà 🙂
Che storia bellissima
Potro’ condividerla?
Certo che puoi… Sarà un piacere 🙂
Mi ha impressionato il secondo custode… la gente che entrava in città e usciva con il gelo nel cuore … triste e senza una risposta… stupenda l’immagine notte caro 🙂
🙂 notte Marina!!!