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I processi di Speculum
L’ultima parte di questo mese vedrà un cambiamento radicale nell’interpretazione di Speculum. Fino a questo momento infatti, come bene sottolineavano alcuni commenti, lo specchio si poneva nella relazione tra statua e natura. In qualche maniera “l’umano” restava come un sottofondo, rappresentato, presente, ma mai manifesto, costantemente rimandato.
Gli uomini però non vivono immersi nella natura, ma nella realtà che costruiscono ogni giorno e che chiamano città. Vivono immersi, semmai, in un processo di mascheramento continuo che stravolge la natura (personale e reale) a favore del vivere insieme. Nei prossimi giorni perciò con la medesima modalità, ma rovesciata, è questo lato che le fotografie di Kalosf andranno ad indagare, con una conclusione che sarà (e lo comprenderete) un discorso a sè stante.
Grazie come sempre per il vostro “seguire” i percorsi di Kalosf ed un abbraccio
Un anno di noi: 65Luna e Kalosf
Le donne hanno un modo di leggere il mondo diverso da quello degli uomini. Un modo ricco ma essenziale, che consente di andare direttamente verso il cuore delle cose non tralasciando però la dignità dei sentimenti.
Lei non è una scrittrice. Non scrive normalmente poesie nè racconti.Lo specifico del suo blog è la fotografia. Usa le parole, ma collegandole alla fotografia, anzi la sua parola è la fotografia e le parole sono le immagini che usa per mostrare il suo pensiero e le sue emozioni. Mi ha stupito perciò la sua decisione di partecipare al compleblog. E mi ha onorato molto. Perchè ha trasformato la sua natura in qualcos’altro. Ma lo ha fatto con il suo stile, immediato ed immaginifico insieme. Non una composizione, ma solo poche, pochissime parole. Eppure un prisma di significati e di emozioni.
Grazie mia carissima amica. E’ un grande piacere che tu ci sia ed è un’onore la nostra collaborazione attivata per “La Nostra Commedia“. Un grande grande abbraccio.
“Voler Svelare il Mistero Quando E’ Vaga la Comprensione di Noi Stessi”
(65Luna)
Cosa racconta il volto di un uomo
La carne dell’uomo è apparentemente diversa da quella della donna. E’ esposta alla violenza tanto quanto la prima, ma in modo differente. La carnalità femminile è precipitato di ruberia deflorante, di appropriazione, di rapimento. La carne dell’uomo invece è espressione di potere che sottomette, di mascolinità belluina, poichè essere maschio non è un “modo” di essere, ma affermazione stessa della potenza dell’esistere. Non è un caso che la maledizione più grande per un maschio, nelle nostra società, è ancora quella per la quale possa essere definito per scherzo o seriamente “cula”, “frocio”, poichè non è il singolo che va in crisi, ma la forza generante della società nel suo insieme sulla quale, attraverso il singolo, viene posta l’ombra dell’inconsistenza.
La carne dell’uomo però, come quella della donna, è espressione complicata della sua anima, che vive emozioni ed affetti tanto quanto quella femminile. Il coraggio dell’uomo è perciò forse in quel riscoprirsi “anima”, in quel manifestare attraverso il proprio corpo, nella sua realtà, ciò che è vissuto interiormente. Non per femminilizzarsi, ma per scoprire tutta intera la propria ricchezza e la propria capacità di incarnare un amore. Virile, certo. Ma di anima.

Ciò che narra una donna
La fisicità femminile è spesso esposta, logorata, infranta.
Eppure non c’è nulla di più misterioso di quella relazione che intercorre tra il corpo della donna e la vita, tra la sua sensibilità verticale e l’orizzontalità della sua visione.
Fotografare una donna, una “signora”, significa cercare la sua bellezza, che non è molto semplicemente quella estetica, ma piuttosto quella che vive nelle profondità, nei luoghi inaccessibili che costituiscono la sua anima ed in fondo il suo segreto.
Si può intervenire su di un volto, ma non si può intervenire su una storia. Ed è lì, proprio in questo interstizio che è necessario trovarsi per trasformare una foto che potrebbe essere banale, in una manifestazione carnale di un’anima.
La bellezza di Sara, che mi ha donato il privilegio di fotografarla, non si ritrova semplicemente nella sua freschezza, ma nella sua profonda femminilità che traluce dalla schiettezza dal sorriso, ma anche da quello sguardo, immediato, profondo, capace di leggere ed ordinare.
La carne di una donna, in fondo, è molto più che la sua storia. E’ l’interpretazione di essa. In questo il suo fascino. Ed a volte, la sua condanna.
Danza
La fisicità, il corpo è manifestazione di una grazia.
La partecipazione a ciò che esiste è espressa da questa natura corporea, così limitata e fragile eppure così potente. Interagiamo con il corpo ed attraverso esso ci nascondiamo. Esplicitiamo le emozioni e le reprimiamo.
Il nostro corpo manifesta la parte più spirituale della nostra anima sia nella sua bellezza che nella sua precarietà e bassezza. Non avviene nulla fuori dal velo della corporeità, non avviene nulla oltre di essa.
Siamo un corpo ancora prima che persone. Siamo manifestazione carnale di un’anima. O se volete epifania animata di un corpo.
Ed è nella carne che giunge la salvezza. In questa carne vera, logorata, reale con la quale ci muoviamo dentro la storia ed oltre essa (quando la storia sarà conclusa).
Un grazia a Marina, ballerina di altissima sensibilità umana…
Scene da un matrimonio (foto di kalosf tranne una ;-)
L’amore non è magia.
E’ piuttosto un percorso complesso, accidentato, fatto di compromessi (oh, i compromessi… parola tanto odiata, eppure di sostanza così efficace), di scelte, di desideri posti ed a volte infranti. L’amore è qualcosa che si irrobustisce nella concretezza, non nei voli pindarici o negli orizzonti smarginati. Quando due persone giungono al matrimonio sanno che è così. Hanno fatto esperienza concreta della bellezza della loro relazione, ma anche di quella finitudine che le è propria. Eppure scelgono.
L’amore, in fondo, è un atto di fede. Fede che i percorsi procederanno vicini (ma sempre separati), fede che le mani potranno continuare a sfiorarsi (ma mai a fondersi). E’ bello partecipare ad un matrimonio. E’ bello andare oltre quelle stupide apparenze che pure sono necessarie a che si consumi il tempo della festa. E’ bello perchè il matrimonio è una festa d’incarnazione, laddove si manifesta la carne dell’amore, la sua natura e la sua speranza…
In questa prima galleria, troverete perciò una serie di scatti con iphone 5 catturati ad un matrimonio di miei carissimi amici al quale ho avuto la fortuna di partecipare e che poi Kalosf ha filtrato. Una non è mia (capirete subito quale)
- Processed with Rookie Cam
Dicembre (prima della fine)
Dicembre è un mese pagano, dedicato a quell’immagine falsa e storpiata del Natale che si manifesta in pubblicità e vetrine, perdendo di vista il senso della “carne” che invece ne caratterizza le profondità.
In effetti nel mondo intorno a noi (già dalla fine di settembre a dire il vero) tutto si muove e si “traveste” di mellifluo e buonista spirito natalizio.
Anche questo blog non si sottrarrà (apparentemente) all’impegno di giocare tra riflessi, addobbi e luci. Ma lo farà nel momento opportuno (dal 16 in poi, perchè le date in kalosf, hanno sempre, o quasi, una ragione).
I primi quindici giorni del mese, invece, saranno dedicati ad articoli sparsi (solo uno al giorno), contenenti gallerie fotografiche. Ciascuna di esse sarà un sunto di emozioni, un particolare stato d’animo. Forse è la prima volta che accade in questo blog, poichè non ho mai molto apprezzato le gallerie (mi sembra non aiutino chi guarda a godere del singolo scatto ed è per questo che le ho usate solo nel caso dei Reinvention, dove le foto erano già viste). Come al solito lascio a voi il giudizio.
…ed ovviamente vi abbraccio, tutti e ciascuno, con una fotografia di maternità che trovo immensamente calda e che mi da molto il senso dei sentimenti che spero in questo mese di trasmettervi attraverso le fotografie di Kalosf.
Buon dicembre. E che sia “nella carne”. Incarnato.